sabato 12 maggio 2007

Lo zio indegno


Giancarlo Giannini e Vittorio Gassman. Basterebbero questi due nomi per convincervi a noleggiare questo film e vedervelo. Il primo gioca il ruolo di un ricco industriale che gestisce un'impresa di pulizie o, come dice lo zio Luca, pulisce i cessi. Il secondo invece è un semplice poeta, neanche dannato, che scrive la mattina mentre il resto della giornata lo passa a vivere. I due s'incontrano quando lo zio Luca, colpito da un malore all'uscita da un cinema, ha bisogno di qualcuno che gli paghi la clinica privata e lascia il nome del nipote come garanzia di pagamento. Da quel momento in poi la vita del ricco industriale sarà completamente stravolta da questo personaggio insolente, sfrontato, irriverente e dal passato misterioso, tanto che chiunque per la strada potrebbe avere le buone motivazioni per dargli un calcio nel sedere. Lo zio Luca è innamorato delle donne, come il Gassman di Profumo di Donna, ma stavolta la strategia per conquistare il gentil sesso è motlo particolare: lo zio si aggira per feste e cinema con in mano le analisi del sangue che espone ogniqualvolta incontra una bella ragazza per dare una garanzia di ferrea salute. Solo la nipote rimarrà positivamente interessata a questa strategia e, "casualità" vuole che, proprio prima di addormentarsi un'ultima volta sulla spiaggia, lo zio si interessi proprio di lei.

Un film eccezionale, comico e drammatico allo stesso tempo. Una riflessione sulla vita nell'incontro-scontro che porta la formica Riccardo a confrontarsi e scontrarsi con lo zio cicala che vive fino all'ultimo, in un mondo confuso ai margini della società, fatto di feste con trans e puttane, furti, ammiccamenti a ragazzine ma anche di poesia, ricordi, sorrisi e felicità. Indimenticabili i monologhi di Gassman di fronte al giudice, che forse centrano ben poco o niente con la causa, o forse invece centrano e anche tanto. Personaggio ironico e drammatico che oscilla tra un sorriso e un sospiro. Fino a quello finale. Con una sciarpa portata via dal vento e il nipote seduto sulle scale dell'albergo che, sorseggiando un aperitivo vinto, si accorge di aver imparato anche lui a vivere, proprio nel momento in cui si è allontanato dalla sua famiglia per seguire lo zio tanto odiato e amato dalla moglie. Il nipote non era mai riuscito a capirlo, si era interessato di sapere solo quello che gli veniva detto, senza mai informarsi, tant'è che non riuscirà mai a leggere le sue poesie tanto amate ed apprezzate. E proprio quando era riuscito riuscito a capire suo zio, lui se n'era andato. E anche stavolta non aveva pagato. Un lieto fine senza lieto fine.

1 commento:

Paola ha detto...

Capito sul tuo blog per caso. Lo tengo d'occhio! In bocca al lupo per questa nuova esperienza.